Neva Leoni legge il primo racconto di Federica Rossi – Iniziativa di Millennium 82 sull’emergenza Covid19

Neva Leoni legge il primo racconto di Federica Rossi – Iniziativa di Millennium 82 sull’emergenza Covid19

E’ con enorme piacere che vi introduco a questa meravigliosa iniziativa da parte dell’associazione Millennium82 e del programma radiofonico Fuori Concorso. Grazie alle splendide parole della scrittirice e giornalista comasca Federica Rossi, che ci ha donato questi emozionanti racconti incentrati sull’emergenza covid19, siamo riusciti ad avere il supporto (con la sua fantastica voce) della famosa attrice italiana Neva Leoni. Tre racconti con cui vivere attraverso diversi punti di vista la situazione che abbiamo e che tutt’ora stiamo vivendo. Dallo sconcerto degli avvenimenti, alla drammaticità dei casi di contagio e decessi fino alla quarantena totale per tutti. Situazioni di vita quotidiana che ci toccano da vicino e che ci appartengono. Un momento che ricorderemo per sempre come uno delle epoche di forte crisi che il nostro pianeta ha dovuto affrontare. La nostra battaglia è quella che combattiamo grazie alle innumerevoli iniziative da parte degli artisti che ci hanno dato modo di intrattenerci, riflettere, ridere e commuoverci attraverso tantissimi contenuti e video sul web. Anche noi come Millennium82 ci siamo sentiti in dovere di dare il nostro apporto con queste straordinarie collaborazioni. Mi auguro che questi racconti possano toccarvi l’anima e accarezzarvi il cuore come lo è stato per me nel leggerle, e ringrazio ancora di cuore Neva e Federica per averci concesso questa incredibile occasione, che mi auguro saprete apprezzare anche voi come me.

Troverete il link per il testo letto da Neva Leoni a fine articolo, che vi rimanderà al nostro canale di spotify di Millennium82. Vi ringrazio per l’attenzione e vi aspetto settimana prossima con il prossimo racconto.

GUSCIO 3

Federica Rossi scrittrice e giornalista comasca di nascita ha vissuto in diverse città italiane e, dopo avere conseguito la laurea in pedagogia all’Università di Trieste, ha fatto esperienze didattiche e pedagogiche nelle scuole elementari, medie e superiori coltivando sempre grande interesse per i problemi dell’infanzia e della letteratura per ragazzi. Questa sua innata predisposizione a capire e penetrare l’animo umano l’ha portata a scrivere storie e favole da lei stessa illustrate, tanto che la Rete 1 della Radio le ha riservato uno spazio facendole leggere dall’attore Renato Rappo nel programma “Cantafavole”. Di lei si ricordano due pubblicazioni una raccolta di favole sui Quaderni di Varia edito da Pietro Chegai di Firenze e il più recente “Il rumore dei colori” edito da GWMAX. Ha collaborato con riviste fiorentine come il Portolano e recensito pellicole cinematografiche collaborando col giornalista storico del cinema Piergiovanni Permoli. Tornata nella città natale la sua costante attenzione all’attualità l’ha portata a volgere il suo sguardo al mondo della cultura collaborando come giornalista freelance prima con il Corriere di Comoper la pagina di cultura e spettacolo, attualmente con il quotidiano La Provincia di Como per la pagina della cultura . Spesso di dedica alla scrittura di racconti, ricordiamo tra questi gli ultimi tre i “Gusci”, nati proprio in questo periodo difficile del lockdown.

Malati oltre 20.000, guariti 2335, deceduti 1804 e sono numeri che si impennano quotidianamente macchiando sempre di più famiglie da nord a sud un triste conteggio che si espande, veloce come il vento, anche in altre nazioni.

Non si sente parlare che di questa guerra contro un nemico invisibile ed estremamente rapido nell’aggredire gli esseri umani eh sì, perché quei numeri corrispondono ad esseri umani ed ognuno pesa, incide una profonda ferita alla nazione che solo il tempo potrà curare senza offrirci una vera ragione. Comincio così la mia lettera cara Stefy, per chiederti se lì, dove ti trovi ora amica mia, riesci a seguire questa drammatica vicenda che coinvolge in modo imponente la nostra nazione. Ci sentiamo feriti perché non lo vediamo e potrebbe essere ovunque, ci sentiamo avviliti perché per difenderci dobbiamo dimenticare, pare per un lungo periodo, i baci, gli abbracci, tutte le esternazioni di affetto quotidiane, ci sentiamo soli in un insieme inebetito che annaspa nella speranza di uscire da un incubo. Sono tante le persone, dietro a quei freddi numeri, e altrettante che piangono coloro che hanno lasciato la vita in un soffio di tempo senza la possibilità di un conforto.

Di loro si conosce solo il numero, pare non abbiano più un viso e un nome, dissolti così improvvisamente avranno solo il triste onore di comparire sui libri di storia delle nuove generazioni. Chi crede che sia una sorta di selezione naturale si sbaglia di grosso perché tra le vittime di questa guerra ci sono anziani, giovani, persone fragili e, finché non ci coinvolge da vicino non si può comprendere il dolore di chi è stata inferta una ferita tanto profonda da lasciare per sempre una cicatrice nel cuore. Ci sono state guerre, carestie, epidemie, fenomeni naturali distruttivi, poi, quando ci siamo sentiti tranquilli è arrivato lui che mostro tanto piccolo e dannoso che silenziosamente entra in noi devastandoci. Una lotta che ci si trova a combattere da un giorno all’altro che coinvolge chi ci vive a fianco e, se una parte di colpiti riesce con immensa fatica a vincerlo c’è un numero troppo elevato che viene sconfitto. Sai Stefania mi fanno più paura chi nega il pericolo rispetto agli ignoranti.

Gli ignoranti sono inbuona fede, chi deliberatamente coglie l’occasione di infangare, di negare l’importanza e la gravità degli eventi rischia di diventare pericoloso per sé stesso e soprattutto per gli altri. Lo vedo simile a quelle misere persone che ancora oggi hanno il coraggio di negare l’Olocausto. Vogliamo invece parlare di tutti coloro che sono impegnati con turni estenuanti per limitare l’epidemia? Unici, preziosi, coraggiosi, anche loro medici, infermieri, volontari hanno famiglie che li attendono a casa, ma sono in prima linea a combattere non sono nemmeno in trincea ma in campo aperto, solo chi riesce a vedere coi propri occhi può comprendere la loro battaglia nel bene degli esseri umani.Ora dimmi di te, come stai, hai possibilità di vedere da qualche parte gli eventi ?

E’ sempre bello mia cara Fede, sentirti, anche dopo tanto tempo e anche se, in una circostanza così grave, mi descrivi una situazione che già sto seguendo di persona, perché sai, dove vivo sono libera di circolare senza rischiare di essere contagiata. E’ vero è un periodo negativo da cui tutti dovrebbero trarre nuova linfa per dare un nuovo senso alla propria vita. Questo sacrificio potrà essere stato utile solo se avrà portato con sè un cambiamento radicale dello stile di vita. Una maniera differente di valorizzarla lasciando alle spalle il vuoto degli ultimi anni. Ho visto con i miei occhi le persone nelle sale d’aspetto, nelle corsie, nelle rianimazioni, tante troppe in una volta, ma bilanciate dal coraggio e dalla forza positiva di tutti coloro che, mettendo a repentaglio quotidianamente la loro vita, hanno fatto della loro professione una missione. Consapevoli che tutte queste vittime non possono avere a fianco il conforto di chi amano si sostituiscono con sguardi e carezze per non lasciarli mai soli, nemmeno quando fanno l’ultimo passo. E’ anche per loro, credimi, una sofferenza che lacera i loro cuori, non possono restare impassibili di fronte alla velocità con cui devono gareggiare per vincere la morte. Anche loro vivono in un guscio, si sentono soffocare nelle tute, dietro mascherine e protezioni, sono anche loro soli in un guscio e, quando perdono piangono, perché sono umani. Tremo al pensiero che anche chi amo possa essere coinvolto, ma purtroppo non posso modificare le cose.

Mi sono piaciuti molto i cori intonati dalle finestre e dai balconi dei palazzi e mi è venuta
voglia di ballare è la mia passione, belle anche le luci accese di notte, sui balconi, per ringraziare tutti coloro che stanno combattendo per tenere in vita più persone possibili. Questo lo si dovrà ricordare sempre, ammesso che la lezione serva, si dovrà capire che queste persone sono state, sono e saranno sempre degne della riconoscenza di tutti noi, anche di chi purtroppo non ce l’ha fatta. Si dovranno fare altri sacrifici anche se già ne siamo capaci, molti hanno dimenticato come fare, si dovrà tornare ad apprezzare quello che davamo per scontato e penso che solo in questo modo potremo rinnovare le nostre vite e quelle dei nostri figli. Ho parlato anch’io tanto amica mia, ora torno là dove vivo e vedo tutto. Teniamoci in contatto. Un’ultima cosa, quando non ci sarà più questo pericolo, ricordatevi di rompere il guscio.

Ti voglio bene.

Ascolta l’audio su Spotify: https://open.spotify.com/episode/5i7xB6UHBhb3i9mwaytbTK?si=SnNMYJJMQtCyoaZQzc3U_A

Neva Leoni, attrice romana principalmente nota per il suo lavoro in televisione in programmi come “Che dio ci aiuti” e “Il paradiso delle signore”. Nerd amatoriale con forti opinioni su personaggi e fatti non realmente accaduti. Fervente gattara. Afferma con inamovibile convinzione di aver visto un fantasma, una volta.