Ghost in the shell

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Ghost in the shell, il che uno direbbe: e va be…l’ennesima trasposizione cinematografica del momento per rendere Scarlett Johansson ancora più “bona” di quello che è e vendere un sacco di biglietti e incassare cifre mostruose in tutti i botteghini del mondo, eppure, sebbene quelle siano state le premesse del tutto rispettate dal film di Rupert Sanders, ci troviamo davanti ad un film che sa divertire e intrattenere al compimento del quasi inaspettato film a sorpresa della settimana .

Ghost in the shell, nato dalla mente Masamune Shirow, è un manga serializzato per la prima volta in Giappone sullo Young Magazine, nel 1989, con dei sequel disegnati dallo stesso Shirow che sono Ghost in the Shell 1.5: Human-Error Processor, uscito in un volume unico nel 2003, e Ghost in the Shell 2: ManMachine Interface, uscito in un volume unico nel 2001. Dal manga originario sono stati poi realizzati due film d’animazione: Ghost in the Shell (1995, regia di Mamoru Oshii) e Ghost in the Shell – L’attacco dei cyborg (2004, regia di Mamoru Oshii);
Tre le serie televisive (sempre animate) dedicate: Ghost in the Shell: Stand Alone Complex (2002, regia di Kenji Kamiyama), Ghost in the Shell: Stand Alone Complex – 2nd GIG (2004, regia di Kenji Kamiyama), Ghost in the Shell: Arise (miniserie di 4 OAV di un’ora) (2013, regia di Kazuchika Kise); due special conclusivi delle serie TV: Ghost in the Shell: Stand Alone Complex Solid State Society conclude le vicende narrate nelle due serie Stand Alone Complex (2006, diretto ancora da Kenji Kamiyama), Ghost in the Shell: The New Movie (noto anche come Ghost in the Shell: The Rising) conclude la miniserie Arise (2015, regia di Kazuchika Kise); e inoltre tre videogiochi: Ghost in the Shell per PlayStation, Ghost in the Shell: Stand Alone Complex per PlayStation 2 e PSP e Ghost in the Shell: Stand Alone Complex First Assault Online per PC.

Insomma una vera è propria miniera di denaro in marketing e merchandising tratto dalla fortunate serie nipponica. Era inevitabile aspettarsi l’arrivo del film prodotto con un budget stratosferico, dal 2008 in trattative per la realizzazione il film doveva esser distribuito dalla Dreamworks e prodotto da Steven Spielberg. Molte le controversie che alla fine hanno visto il film esser ceduto e distribuito dalla Paramount, stessa cosa toccata alla scelta della protagonista che doveva essere nel 2014 l’australiana Margot Robbie che entrò in trattative per  entrare nel cast di Suicide Squad, così la parte fu proposta a Scarlett Johansson.

La trama sinteticamente è questa: Il Maggiore Mira Killian (Scarlett “ bonazza” Johansson) è un cyborg a capo della sezione di Sicurezza Pubblica numero 9, un’organizzazione antiterrorismo cibernetico gestita dalla Hanka Robotics. La squadra si ritrova a dover affrontare un nuovo nemico pronto a tutto pur di sabotare la Hanka Robotics e la nostra bellissima e letale Mira dovrà vedersela con delle sconcertanti verità che metteranno a soqquadro la sua fede e i suoi ideali riscoprendo infine se stessa e la sua parte umana.

 

Il film è un piacere estetico per gli occhi, non c’è un fotogramma che non sia di bellezza paradisiaca per la sconfinata destrezza degli esperti dell’editing video e dei visual effect che rendono tutto il film un insieme di immagini correlate fra loro con una dettagliata perfezione nel rendere anche il più piccolo dettaglio curato e mai buttato a caso, la mano del computer la si vede ma non da fastidio e rende il film davvero godibile, la trama lì per se è semplice e a volte un pelino noiosa nella prima metà, ma non ci si lamenta più di tanto, poi ovviamente deve piacere il genere fantascientifico alla Blade Runner e naturalmente deve piacerti Scarlett come attrice perché il film in ogni sua angolatura e dettaglio è incentrato su di lei, io direi (anche se sono di parte) meritatamente per la sua somiglianza, sebbene sia costruita appositamente, alla protagonista dell’anime , sicuramente le critiche sul fatto di non aver scelto un’attrice asiatica ci sono e giustamente hanno diritto di esser esposte ma, a mio modestissimo parer,e nulla si può dire che sulla bravura dell’attrice protagonista, che fra le altre cose è contornata da attori mica male, se consideriamo la talentuosa è sempre affascinante Jiuliette Binoche che interpreta la Dottoressa Oulett  e il “maestro” Takeshi Kitano  nella parte di Aramaky, senza scordare Michael Pitt nella parte del cattivone di turno.
Un film che a mio parere è riuscito nell’intento di farsi apprezzare, non so se questo possa essere sufficiente per soddisfare le aspettative di tutti i fan della serie originale, e non so se il film avrà un successo così alto da meritarsi un seguito, ma io mi sono divertito tanto, sarà per gli effetti speciali, per il montaggio fluido o per la colonna sonora sempre sul pezzo, o semplicemente perché c’era Scarlett , ma se devo dirla tutta :

“Sono Alex e do il mio consenso alla visione di questo film


di Alexander Falzaroni